La risposta è che purtroppo non esiste un valore standard.
Negli anni mi hanno chiesto conferma per svariati valori…-6db, -12db, -9db…senza mai specificare se si tratta di picco oppure RMS e senza mai una spiegazione fondata di come si dovesse rispettare tale valore a parte il classico “mi han detto cosi..”
Come alle volte puo’ capitare la realta’ e un po differente dai manuali e testi vari.
Inoltre ci sono generi specifici i quali, dando per scontato che i mix siano fatti come si deve, possono godere di extra headroom (generi tipo folk, jazz o pop acustico) mentre ce ne sono altri i quali non ne giovano un gran che (metal core, industrial, UK funk, Dubstep etc…)
Inoltre, bisogna ricordarsi che il risultato del “suono” finale viene ottenuto anche da un corretto gainstaging. Questo varia di norma anche da genere a genere (spingendo di piu’o meno macchine outboard/sommatore/mixer/plugins etc..) portando perciò ad un risultato del valore della headroom diverso.
Quel che posso consigliare però è che quando si fa il print finale di un mix si presti particolare attenzione alle seguenti:
1. Fare in modo che il mix non vada mai in rosso…sembra scontato ma meglio partire dall’ABC. Inoltre se il vostro software lo consente, meglio usare un meter che pigli anche tutti gli ISP’s. Oppure se si ha la funzione di x4 o x8 oversampling sul meter, di usarla sempre. Se non sapete di cosa stia parlando, vi consiglio di leggervi questo articolo a riguardo.
2. Ascoltare il mix finale in cuffia a basso livello per esser sicuri che non ci siano distorsioni o “clicks” dovuti all’editing o al clipping
3. Evitare di aver valori di RMS troppo elevati tipo -10db RMS (non AES-17 oppure -7db RMS AES-17)
4. Non cercare di massimizzare l’aspetto del loudness in fase di mix. Questo e’ uno degli errori piu’ comuni. Se il mix non riesce a star aspalla a spalla con produzioni commerciali in termini di loudness il motivo c’e’ ed e’ molto semplice: le produzioni con cui state facendo il riferimento hanno gia subito un processo di mastering mentre la vostra no.
5. Cercate di enfatizzare (o di non compromettere troppo) i transienti e la definizione nella fase centrale (M). La definizione ed il giusto bilanciamento di voci, basso, cassa e rullante aiuta moltissimo ad arrivare a livelli di loudness accettabili con poco processamento in fase di mastering
6. Il mix vi deve piacere. Se mandate in fase di mastering un mix di cui non siete molto soddisfatti, allora con grande probabilita’ vi arrivera’ un mastering di cui non sarete contenti al 100%. Cercate di lavorare il mix fino a che non siate soddisfatti del vostro risultato finale. Stesso vale se avete un ingegnere che vi mixa il vostro progetto.
Se usate studi che offrono servizi di mix di tipo online, chiedete sempre prima di commissionare il lavoro di quante revisioni/modifiche sono comprese nel prezzo.
7. Una volta mandati i mix ad uno studio di mastering, chiedete sempre il parere dell’ingegnere. Alcuni studi fan pagare extra per questo tipo di servizi, noi no 😉
Quindi, per ricapitolare ci sono alcuni punti da seguire ma alla fine e’ sempre meglio mandare il pezzo all’ingegnere di mastering e chiedere a lui se il pezzo sia idoneo oppure no.
Niente Panico!
Se dovesse mai accadere che ci siano dei problemi con i vostri mix originali, non preoccupatevi che vi consiglieremo anche sul da farsi e di come risolvere il problema. 😉
AB
Swift